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Thunder Force IV

PowerGame sono i capolavori imperdibili Thunder Force IV è inutile tirarla troppo per lunghe aspettando la fine della recensione per le conclusioni finali, è un capolavoro assoluto che non deve o almeno non dovrebbe mancare, nella ludoteca di qualsiasi videogiocatore possessore di un Sega Mega Drive. In una cartuccia da soli 8 Mbit, Technosoft ha infilato quello che da molti (me compreso) è considerato il miglior sparatutto orizzontale di sempre per qualsivoglia sistema... pensare che questo gioco sia uscito nel lontano 1992 e su di un “semplice” Mega Drive, rende l'appellativo di miracolo videoludico, troppo spesso abusato quando si parla di videogame, quanto mai azzeccato. Spettacolo audiovisivo unico nel suo genere, questo gioco fà dimenticare del tutto i limiti tecnici della console Sega, i soli 64 colori su schermo visualizzabili come punta massima, sembrano a occhio nudo, almeno il triplo, i livelli di parallasse infiniti... e il chip sonoro è stato spremuto come poche altre volte nella sua vita.

Accantonando per il momento ulteriori lodi e caratteristiche tecniche, di cui parlerò più avanti, è il caso di dedicarci alla descrizione del gioco. Sparatutto orizzontale dal taglio piuttosto classico, TF IV richiede al giocatore scelte decisionali importanti su diversi aspetti di gioco, si parte dalla selezione del livello di partenza tra una rosa di quattro, alla velocità di propulsione della navicella, modificabile comunque anche ingame, utile anzi fondamentale per scansare il fuoco nemico o passare indenni nei cunicoli più stretti, fino alla prevedibile scelta dell’arma più idonea ad’ogni situazione o boss avversario. Le armi a disposizione sono ben cinque, ognuna adatta a determinate situazioni, ma le migliori in assoluto sono sicuramente "Blade", ovvero il potenziamento dell’arma iniziale e "Hunter", cioè l’arma a ricerca che andrà a scovare nemici ovunque essi siano, da non dimenticare il "Rail Gun", l’arma posteriore, fondamentale anch’essa in più di un occasione per pararci le spalle. Da sottolineare la splendida digitalizzazione vocale femminile, udibile quando aggiungiamo una nuova arma al nostro arsenale, o raggiungiamo un power up. Per ultimo segnalo la presenza di due pod (da conquistare come upgrade) che gireranno intorno a noi si a difesa che come potenziamento offensivo, gli stessi pod subiranno poi dopo il quinto stage, un evoluzione così come la navicella stessa, generando se lasciati caricare (rimanendo senza sparare per qualche secondo), un fascio energetico a mò di spada laser, motlo coreografico e distruttivo, e di un comodo scudo anch’esso disponibile come upgrade, che si esaurirà solo dopo aver subito un certo numero di attacchi.

Dieci sono gli stage in cui ci muoveremo fino allo scontro finale, tutti realizzati divinamente ma che in alcuni casi raggiungono l’eccellenza. Uno per tutti lo stage desertico con grattaceli semi insabbiati, alla Ken il Guerriero, che inizia con una tempesta di sabbia tale da rendere davvero difficoltosa la visibilità, difficoltà visiva di cui ci si rende conto però solo quando la tempesta termina, mostrando uno dei livelli più ben disegnati del gioco e un effetto che fà pensare di aver avuto fino a poco prima gli occhiali sporchi, eccezionale. Diversi livelli di parallasse, un uso magistrale dei colori, boss e navi nemiche grossi quanto lo schermo e una dimensione enorme dell’area di gioco esplorabile, sono la ciliegina finale sulla torta confezionata da Technosoft. In certi livelli l’area di gioco è talmente ampia verticalmente, da poter mettere tre monitor uno sull’altro per visualizzarla integralmente... un esempio ne sono il primo stage, in cui si passa dai cieli alle profondità oceaniche, con tanto di passaggio ingame dall’alba al tramonto, fino alla notte, e lo stage subacqueo ghiacciato. Ma sono davvero belli tutti i fondali di questo gioco, come non citare ad’esempio la città in stile "Akira" o lo stage sotteraneo, tutti riempiti di nemici a tema, quindi sempre diversi nell’aspetto e nelle caratteristiche offensive.

I boss meriterebbero poi una recensione a parte, tanto sono ben realizzati sia graficamente che nelle routine comportamentali, subendo i nostri attacchi e perdendo delle armi non diventano affatto più malleabili... ma anzi modificano le loro strategie d'attacco, diventando se possibile ancora più offensivi e pericolosi. Stesso discorso per la colonna sonora, vero Techno Metal che si fà davvero fatica a credere esca dai chip di un Mega Drive. Tutti molto ritmati i brani, conferiscono la giusta adrenalina blastatoria e mutano al raggiungimento della “zona boss” anticipata dalla classica sirena da allarme e diventando ancora più musicalmente cattivi. La colonna sonora originale ascoltabile dallo schermo delle opzioni, viene arricchita terminando il gioco, di una ulteriore decina di tracce chiamate "Omake", peccato solo che queste tracce spegnendo la console vadano a farsi benedire, non avendo il gioco ne batterie tampone ne un sistema di password, atti a salvare le partite. Thunder Force IV si comincia per portarlo a termine (sempre se ci riuscite) terminabile in poco più di un ora, fa parte di quella schiera di giochi difficili ma non impossibili. A livello easy o normal dopo un buon allenamento se abbastanza pratici del genere, riuscirete a terminarlo, ma i livelli Hard e Maniac sono praticamente impossibili se non facendo uso di cheat e trucchetti vari. Non complicatissimi i livelli magari, tranne quelli finali, quanto alcuni sub boss e boss, che finchè non capirete dove e come colpirli, sembreranno invincibili. Termino qui, anche se su questo gioco ci sarebbe davvero molto altro da dire, tappa fondamentale dell’era 16Bit, qualunque possessore di MD e non solo, dovrebbe averne una copia, sia essa Pal o Ntsc. Abbastanza diffuso in versione cartuccia, Thunder Force IV è presente anche nella collection per Sega Saturn, ThunderForce Gold Pack 2, insieme al terzo episodio. Da provare assolutamente per toccare con mano di cosa erano capaci anche i “semplici” 16 Bit se spremuti a dovere. Alla prossima.

Curiosità: la genesi della saga Tecnhnosoft è piuttosto complessa e attraversa diversi sistemi e generazioni, mentre del primo episodio se ne sono perse le tracce, forse apparso su Sega Mark III (il Master System japan) o Sharp X68000, i capitoli dal 2 al 4 sono apparsi su MD, del terzo esiste un porting da sala giochi denominato Thunder Force AC (contenuto nel Gold Pack 2 per Saturn) e la conversione dell'AC è presente su SNES col nome di Thunder Spirits. L'episodio V (cinque) lungamente attesso dai fan, è apparso su Saturn nel '97 e leggermente rivisto nel '98 su PlayStation col sottotitolo "Perfect System", mentre si dice fosse in preparazione e quasi completato un sesto episodio su Dreamcast, episodio che purtroppo non ha mai visto la luce.

Conclusioni finali
Una tappa fondamentale nella storia videoludica degli sparatutto, ancora oggi ricordato come uno dei maggiori esponenti del genere.

Pro
Graficamente superbo
Colonna sonora eccezionale
Semplicemente EPICO!
Contro
Parecchio ma parecchio ostico


Eikichi "Oni" Onizuka

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Grafica 95%
Sonoro 97%
Giocabilità 93%
Longevità 90%
Globale 95%



Sistema Mega Drive
Genere Sparatutto a scorrimento orizzontale
Sviluppo Technosoft
Anno 1992
Giocatori 1

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Thunder Force IV "Evil Destroyer"