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Super Hang-On

Super Hang On è stato, se la memoria non mi inganna, il terzo o forse il quarto acquisto per il mio fiammante Mega Drive, comprato solo pochi mesi prima, laddove, la mia personalissima wish list era basata sul poster "dublefas" (come dicono i moderni mercanti parlando di coperte e lenzuola) che, da una parte aveva il Sonico riccio e dall'altra una sfilza dei migliori giochi disponibili per il 16 Bit Sega. Acquisto fatto, non perchè fossi un grandissimo appassionato del Coin Op originale (Sega 1987) ma semplicemente, perchè a mio modo di vedere, essendo una conversione da "sala giochi" e di un gioco molto famoso, andava acquistato. Erano tempi duri, i giochi li si comprava in base alle belle copertine il più delle volte, non c'era internet, i negozi (almeno dalle mie parti), non avevano basi di prova per i giochi, le riviste specializzate erano ancora poco diffuse, e quindi, il più delle volte, si andava un bel po per "istinto". Conversione da Coin Op, uguale: successo quasi garantito. Inutile dire, quanto questa formula venisse il più delle volte smentita dai fatti, ma questo non era il caso, Super Hang On godette di una conversione curata, curatissima, e anzi migliore di quanto ci si potesse aspettare. Il gioco in questione, venne infatti dotato, diversamente da altre, non meno carismatiche licenze di mamma Sega, di una modalità di gioco aggiuntiva, che andava a rappresentare il vero fulcro della cartuccia, in barba alla "semplice" modalità Arcade, che in ogni caso replicava in tutto e per tutto quella presente nell'originale a gettoni.

Inutile dire, ma lo dico lo stesso, che ci troviamo di fronte un Arcade motoristico basato su mezzi a due ruote, leggasi: moto! Genere, da sempre considerato come il fratello povero dei racing game a quattro ruote e probabilmente non a torto. Basti pensare, al numero di videogiochi dedicati alle auto e alle moto, per accorgersi di quanto i primi superino i secondi per quantità, e di molto anche. Ancora minori, sono i giochi dedicati alle moto di stampo puramente Arcade, anche qui, facendo ricorso alla mia elefantesca memoria, a parte i due Hang On e relative conversioni, ricordo il solo Riding Hero (SNK) approdato in sala e su NeoGeo, come esponente del genere, per il resto, solo tanti, tanti titoli basati su licenze ufficiali di circuiti e piloti realmente esistenti. Tornando al gioco qui trattato, dicevo, Super Hang On è un arcade motoristico, in sala si trovavano due tipi di cabinato, quelli con il solo manubrio, da giocare stando in piedi, e quelli più rari, che permettevano di accomodarsi su una riproduzione di una 500cc da Gran Premio (oddio, avendo tanta fantasia...), con tanto di sistema idraulico che, replicava su schermo, le nostre pieghe. A casa, a ben due anni di distanza dal Coin Op, bisognava accontentarsi del joypad a tre bottoni del Mega Drive. Addio quindi all'immediatezza e fedeltà offerta dall'analogico manubrio, e benvenuto alla durezza e superficialità del sistema digitale, che mai come nel caso dei giochi di guida, dimostrava tutti i suoi limiti. Una piega costante in curva diventava pura utopia, bisognava arrangiarsi e andare a premere ripetutamente la croce direzionale, in modo da accompagnare la moto all'uscita dalle curve. Proprio per rendere meno indolore la pratica, in fase di conversione, i realizzatori fecero in modo di dare ai comandi una risposta meno secca per cercare, se non di replicare, almeno di avvicinarsi ai comandi analogici. Da dire in ogni caso, che quella dei comandi analogici su console, è una pratica risolta solo una generazione e mezza dopo, rispetto i tempi del gioco in questione. Quindi all'epoca, molto semplicemente non ci si poneva neanche il problema, si giocava e via, senza pensare a come sarebbe stato se... Super Hang On su Mega Drive è il Coin Op e tanto di più, puro e semplice. Dove finisce la modalita Arcade, che come detto, replica in tutto e per tutto l'originale, quindi con le sue quattro zone (Continenti), divise per difficoltà e numero di tracciati, da superare tramite i classicissimi Check Point, inizia quella denominata Original. Un vero e proprio gioco nel gioco, che, mette il giocatore nei panni di un centauro in erba, dotato di una moto solo esteticamente figa, ma che sotto al telaio, nasconde un Garelli, che avanzando e soprattutto vincendo, gara su gara, contro rivali sempre più agguerriti, diventerà un bolide super veloce e maneggevole. Tramite un sistema di password, purtroppo come da tradizione Sega, eccessivamente lungo in quanto a caratteri, che almeno in questo caso ci risparmia la distinzione tra minuscole e maiuscole (...), si potrà ricominciare da dove si era rimasti. Aspetto fondamentale, dato che al contrario della modalità Arcade, qui la faccenda si fa decisamente lunga e complessa. Ricordo di aver dedicato mesi, alla modalità Original, e senza neanche arrivare al top, portare la moto ad avere i pezzi più costosi, lo sponsor e il meccanico migliori, vi assicuro non è impresa di poco conto, tanto meglio, per un epoca in cui i giochi bisognava farseli durare il più possibile. Per di più questa cartuccia non stanca facilmente e l'incentivo dato dalla carriera è sufficiente per tenere incollato allo schermo il giocatore per un bel po. Basti pensare, alla pur ottima conversione di un altro mastodonte come OutRun, che si limitava a riprodurre il gioco visto al bar, nudo e crudo, o a altre conversioni simili, intese come giochi trasposti così com'erano in sala giochi, vedi Altered Beast ad esempio, per rendersi conto dell'eccezionale attenzione dedicata a Super Hang On. Grandissimo lavoro quindi, e successo pieno per questa conversione, che, diversamente dal solito, non trovò posto sulla strepitosa console della Nec, il PC Engine, che, qualche volta come nel caso del già citato, OutRun, superava anche lo stesso Mega Drive per fedeltà. So di una versione per l'X68000 di Sharp, che mi stupirebbe se non fosse il solito arcade perfect al quale il computer nipponico era abbonato, ma non avendolo mai provato personalmente, non ho elementi per giudicare. Il gioco, c'è tutto e come ampiamente detto, anche di più. Tutti i tracciati, la grafica a occhio nudo e senza avere il coin op di fianco alla tv, sembrava identica, certo, la palette di colori al solito è più povera, ma il tutto è ben mascherato da tinte molto accese, qualche dettaglio a bordo pista in meno, ma niente di trascendentale. Sul fronte audio, presenti e ben realizzate tutte le quattro tracce originali, che per quanto non possano rivaleggiare con le melodie ascoltate nel gioco dedicato alla rossa di Maranello, hanno quello strano potere di rimanerti in testa, anche gli effetti sonori si difendono, non superlativi ma, fanno decentemente il loro dovere, per dare l'illusione di una gara motociclistica. Dove patisce nei confronti dell'originale, e abbastanza pesantemente, è sotto l'aspetto della sensazione di velocità. Giocando solo e soltanto alla cartuccia, ai tempi non ci si faceva magari molto caso, ma la differenza rispetto al coin op è pesante, qui si inizia a fare sul serio solo con il turbo azionato, che spinge la moto oltre i 320 km/h, al di sotto, sembra di andare al rallentatore. Comunque ripeto, sono considerazioni fatte oggi che, possiamo testare nella comodità di casa il coin op grazie all'emulazione, ai suoi tempi, non era comunque un fulmine, e di certo con un processore come quello del Mega Drive, che non peccava certo per velocità, si poteva e doveva fare di meglio, trattandosi poi di un gioco che si basa sulle corse, ma in fondo ci si poteva stare. E poi, semplicemente questo gioco su console non aveva concorrenza, se volevi giocare con le moto, ai tempi c'era solo Super Hang On, diverso tempo dopo arrivarono i Road Rash di Electronics Arts, ma erano decisamente altra roba. Alla prossima.

Conclusioni finali
Un gioco decisamente da riscoprire, per quanto ad'oggi mostri evidenti limiti tecnici, sia grafici, sia di giocabilità. Il coin op in quanto a puro divertimento, vuoi per la grafica più pulita, vuoi soprattutto per la sensazione di velocità trasmessa, nel breve termine di una partita veloce gli è superiore. In campo Arcade OutRun per me, gli resta una spanna sopra, facendo parte della ristrettissima casta dei giochi immortali, ma è innegabile che anche la serie degli Hang On meriti una pagina tutta sua nella storia dei videogiochi. Su console le cose sono diverse, ci si rende facilmente conto che le software house per anni, non hanno saputo offrire niente di meglio. La stessa Sega solo diverso tempo dopo ci mise una pezza con il suo Manx TT Superbike, convertito poi decentemente su Saturn, anche la Namco ma solo in sala, presentò qualcosa di discreto, ma parlando di giochi di moto arcade, il nome che viene in mente è sempre e soltanto uno, Hang on (Sega 1985) e il suo successore leggermente aggiornato, il Super qui recensito. Avendo la pazienza di dedicargli il tempo necessario, la modalità carriera vale da sola il gioco e rende questa conversione degna di essere rispolverata, anche potendo giocare alla ben più performante versione arcade.

Pro
Abbastanza fedele al Coin Op
Grandissima modalità Carriera
Contro
Scarsa sensazione di velocità


Eikichi "Oni" Onizuka

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Grafica 80%
Sonoro 85%
Giocabilità 85%
Longevità 90%
Globale 85%



Sistema Mega Drive
Genere Racing Arcade
Sviluppo SEGA
Anno 1989
Giocatori 1


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Super Hang On "Winning Run"