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Streets of Rage 3 (Bare Knuckle 3)

Cominciamo dalla fine, Streets of Rage 3 è un buonissimo gioco ma non certo il migliore della serie. I presupposti per un altro capolavoro, nonchè ideale conclusione della saga, c'erano davvero tutti, a partire da una intro spaccamascella, con un Axel in primo piano che, frantuma con un pugno, lo schermo del monitor. Roba bella davvero per i tempi, ricordo ancora l'ingasamento e la tremarella alle mani che stringevano il joypad, desiderose di buttarsi a capofitto nel gioco vero e proprio. Ma erano decisamente altri tempi, decisamente... Tornando al naturale principio, Streets of Rage 3, si presenta a quasi un anno e mezzo di distanza rispetto al predecessore, e con una cartucciona da ben 24 Mbit. Forse il tempo intercorso tra il secondo e il terzo è un filino troppo, la situazione del 16 bit Sega, era nel frattempo abbastanza cambiata, dal periodo d'oro e platino delle annate '92 e '93, alla metà del 1994, la differenza c'è e si sente. Il Mega Drive, soffre sempre più della concorrenza del rivale Nintendo, che ha cominciato a mostrare sul serio i muscoli, all'orizzonte si materializzano gli attesissimi sistemi a 32 bit, e fattore ancora più importante, il genere del picchiaduro a scorrimento, inizia davvero a stancare, tanto che di li a pochissimo, avremmo assistito alla sua totale estinzione. Eppure, come detto le migliori premesse c'erano davvero tutte. Un predecessore che basta il nome e ti viene voglia di reimpugnare il joypad, una grafica se non stravolta, migliorata e rinnovata con tante nuove animazioni, grazie anche al maggior supporto di memoria, ma ci sono i ma. Il cambio di sviluppatore, non più la Ancient del musicista/genio Yuzo Koshiro, con un altro reparto interno di Sega, fa si probabilmente, che lo stesso artista decida di lavarsene le mani anche della parte audio, e per quanto fin dai titoli, sia ampiamente reclamizzato il suo nome, lo stesso, compaia poi solo in veste di produttore e non di compositore, e si sente, si sente davvero tanto. Quello che era un altro fiore all'occhiello della saga, fin dal primissimo episodio, che pur avendo una grafica da Master System o poco manca, presentava già una giocabilità da far impallidire qualunque coin op sul mercato, ma soprattutto, vantava un commento audio, ancora insuperato, diventa in questo terzo episodio, il vero tallone d'achille. Sonorità techno/funk, a tratti davvero acide e in tanti casi, addirittura fastidiose, e non sto esagerando. La parte grafica è anch'essa degna di disquisizione, i quattro protagonisti, con Axel in testa, hanno subito un possente restyling grafico, disegnati molto meglio e superbamente animati, gli sprite dei nostri eroi, sono un vero spettacolo per gli occhi, vedere Axel in corsa per credere. Alcune novità anche sul fronte gameplay, come ad'esempio, la possibilità di upgradare in parte le caratteristiche degli attacchi semispeciali, quelli ottenuti con lo scatto più il pugno, che con l'aggiunta di stellette, fino a un massimo di tre unità, da guadagnare combattendo e non perdendo vite, aumentano non poco la gittata e la forza distruttiva dei colpi inferti agli avversari. Diversa anche l'impostazione degli attacchi speciali, che non consumano più energia vitale, come da tradizione per il genere, ma sono subordinati a una barra energetica di proprietà, a ricarica continua, in modo da risultare innocui per la nostra energia vitale se effettuati con l'ok lampeggiante. Diverse novità anche nell'utilizzo delle armi, tutte impugnate e utilizzate con animazioni nuove di pacca, sia chiaro, niente di trascendente o tale da rinfrescare realmente il genere, ma decisamente belle cose da vedere.

Al contrario della cura sui personaggi, i fondali invece hanno subito una parziale involuzione, laddove, io stesso in fase di recensione del secondo episodio, lamentavo una eccessiva piega "fantasy" per alcuni stage (antri alieni o navi pirata ad'esempio), devo dire di essere rimasto decisamente deluso dalla eccessiva linearità e monotonia, dei sette stage che attraversano il gioco. Una serie di aree che spaziano dal banale al fin troppo abusato, vedi immancabili ascensori o fabbriche con catene di montaggio, il tutto da l'idea di essere stato realizzato con il minimo sforzo sindacale, poco colorati e pigri, si rimpiangono addirittura taluni fondali apparsi nel vetusto primo episodio. L'azione, è poi accompagnata dalla peggiore colonna sonora che la saga abbia conosciuto, un vero strazio per i nostri poveri timpani. Eppure, Streets of Rage 3, da giocare è un vero spasso, perchè in aggiunta alla collaudatissima giocabilità tipica della serie, le aggiunte presenti, a partire dalla possibilità di scattare e correre, donano al picchiaduro, un dinamismo fino ad'allora mai visto. Un po come successo per Super Shinobi 2 (gioco che mi riprometto di trattare prima o poi) rispetto al predecessore, tornare indietro è dura dopo aver provato le nuove abilità disponibili. Se il mitico SoR2 aveva un difetto, questo era di certo uno scorrere dell'azione troppo votato alla lentezza, qui si corre e scatta da una parte all'altra dello schermo che è un piacere, si ha l'idea di avere il pieno controllo della situazione e di poter fare di tutto. Ma le atmosfere respirate nel secondo episodio, sono del tutto inarrivabili, questa saga, che probabilmente non avrebbe dovuto chiudersi qui, ma avere seguito su Saturn, magari in 3D poligonale, come avvenuto e con insuccesso per Final Fight, finisce invece il suo tempo, sulla console che lo ha reso grande. Rimasto infatti assoluta esclusiva del 16 bit, al contrario dei primi due, apparsi e con successo anche su Master System e Game Gear, Streets of Rage, chiude i battenti senza i fuochi d'artificio ma con onore. Da dire, che oltre a un livello di difficoltà aumentato, la presenza di alcuni bivi e finali alternativi (quattro in tutto), rendono il gioco, decisamente più longevo della media dei prodotti similari. Non il migliore della serie, ma a mio avviso, sicuramente il migliore da giocare e in senso assoluto, la miglior giocabilità di sempre per il genere ormai scomparso, del picchiaduro a scorrimento in due dimensioni. Termino ricordando che, si consiglia caldamente la versione giapponese del gioco, Bare Knuckle 3. Il motivo è da ricercare in stupidissimi e in alcuni casi, inconcepibli tagli e modifiche che affliggono le versioni occidentali. Taglio parziale della intro, inspiegabilmente eliminato Axel che frantuma lo schermo (tra le cose migliori del gioco...), cambio parziale della trama, rivestizione delle varie pupe, eliminazione di alcune parti del gioco tra cui, un intero sub boss, quell'Ash, decisamente effemminato, ritenuto evidentemente offensivo da Sega of America. Solita solfa insomma... Versione occidentale, facilmente riconoscibile per via del colore giallo della t-shirt di Axel o dal grigio del vestito di Blaze. Alla prossima.

Conclusioni finali
Streets of Rage 3, critiche a parte, resta comunque un gran bel pezzo di software, ma la maggiore ispirazione degli sviluppatori della Ancient, ricordo responsabili tra gli altri, di: The Story of Thor e di un certo Shen Mue... si fa decisamente sentire. Terzo episodio meritevole di una certa voglia di innovare ma senza stravolgimenti reali e la volontà di sbattersi più di tanto. Il compitino è stato svolto degnamente ma era lecito aspettarsi di più. Un vero peccato, per la mediocre colonna sonora e la scarsa verve nel realizzare i fondali. Da avere e da giocare, non ci piove, ma il migliore resta il secondo.

Pro
I bei disegni e le ottime animazioni
Finali alternativi
Contro
Accompagnamento sonoro mediocre
Fondali scialbi


Eikichi "Oni" Onizuka

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Grafica 93%
Sonoro 70%
Giocabilità 97%
Longevità 85%
Globale 86%



Sistema Mega Drive
Genere Picchiaduro a scorrimento
Sviluppo Sega
Anno 1994
Giocatori 1/2


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