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Videogiocatori per Passione

Street Fighter

Che anno il 1987, videoludicamente parlando, di capolavori ce ne ha regalati veramente tanti. La SEGA tira fuori After Burner, Super Hang-On e Shinobi, la Technos, l’immortale Double Dragon e Capcom stessa rilancia con Tiger Road e Bionic Commando, solo per citarne qualcuno. Ma dove ancora mancava un titolo di riferimento era probabilmente nel genere picchiaduro a incontri uno contro uno. In quegli anni, per dovere di cronaca bisogna dire che su Commodore 64 si giocava con Way of Exploding Fist e successivamente International Karate +, non certo due giochetti da poco... e in sala un paio d’anni prima (Konami’85) era uscito Yie Ar Kung-Fu. Insomma tutti ottimi titoli, che anzi, non l’aveste già fatto consiglio caldamente di recuperare, ma Street Fighter, almeno tecnicamente era veramente di un altro pianeta rispetto ai titoli sopracitati.

Tanto per cominciare i combattenti erano finalmente belli grossi, almeno il doppio rispetto a quelli visti fino a quel momento, poi erano assortiti e tutti ottimamente caratterizzati, magari un pò troppo stereotipati, ma questa considerazione la possiamo fare oggi nel 2007, a quei tempi non si sapeva manco cosa volesse dire stereotipato... o almeno non si sarebbe certo avvicinato questo termine a un videogioco come Street Fighter che invece stava aprendo una nuova era per un genere ludico. Stereotipato perchè allora ??? Perchè i lottatori sono i tipici esponenti delle nazioni da dove arrivano, o almeno sono quello che ognuno pensa arrivi da tale paese, tipo, dal Giappone il bonzo e il ninja, dalla Gran Bretagna l’hooligan e dalla Tailandia il classico lottatore di Muay Thai alla Tong Po di Vandammiana memoria... insomma, non certo il massimo dell’originalità, ma ripeto, dirlo ora sembra facile, ai tempi la gente voleva questo eccome se lo voleva... giocare a Street Fighter era probabilmente la cosa più vicina alle mazzate viste nei primi film di Van Damme, che in quegli anni tanto successo stavano riscuotendo.

Street Fighter presentava un lotto di dieci combattenti, due per ogni nazione, dal Giappone il bonzo Retsu e il ninja Geki, dagli USA il lottatore da strada Joe e il pugile simil Tyson, Mike, dalla Cina, due arzilli e letali vecchietti, Lee e Gen, dal Regno Unito l’hooligan Birdie e il nobile (o cameriere o bodyguard ...non si è mai capito...) Eagle, unico lottatore armato del gruppo. Infine dalla Tailandia meta finale, i due thai boxer, Adon e Sagat il nemico giurato di Ryu protagonista del gioco. Tutti ottimamente caratterizzati, sia visivamente, sia nelle movenze, ogni arte mariziale rappresentata è resa al meglio delle possibilità dei tempi, anche la musica di ogni stage contribuiva non poco a calarci nell’atmosfera della zona di mondo in cui combattevamo, e gli stage erano ottime rappresentazioni grafiche del paese ospitante. Match che bisogna dire a volte duravano veramente pochi attimi... se ben assestati, determinati colpi erano in grado di levare anche mezza barra per volta all’avversario e lo stesso accade naturalmente anche a noi subendo certi attacchi, come dimenticare Birdie che con tre testate in rapida sequenza ci rimandava da dove eravamo venuti... All’inizio ci è data la possibilità di scegliere da quale nazione cominciare tra le prime quattro, escludendo quindi la Tailandia, e gli incontri si svolgono al meglio dei tre round. Il Duo più scarso è naturalmente quello Giapponese, seguito a ruota da quello americano, quindi consigliabile cominciare da questi due, da qui in poi le cose si fanno già estremamente dure. Novità assoluta nel genere sono le mosse che Ryu è in grado di effettuare, non solo semplici calci e pugni, ma fireball e mulinelli generati con le gambe, senza dimenticare il letate shoriuken, in pratica un uppercut potentissimo, tutte mosse che se assestate al momento giusto levano anche tre quarti d’energia all’avversario in un sol colpo... Per queste sue peculiarità, caratterizazzione e differenziazione dei personaggi in primis, forse il gioco che più si avvicinava a SF e da cui Capcom ha ripreso probabilmente anche più di un idea è il già citato Yie Ar Kung-Fu, che presentava già due anni prima un roster di personaggi assortiti, maestri di diverse arti marziali, armati e addirittura vedeva anche una donna tra i combattenti, cosa che come tutti sappiamo, nello stesso SF sarebbe avvenuta solo col secondo mitico episodio. Graficamente il lavoro svolto da Capcom è ottimo, considerando che il tutto è realizzato su una scheda grafica antecendete alla tanto rinomata serie delle CPS, design di personaggi e fondali sono eccellenti, gli sprite dei personaggi sono realizzati egregiamente e ricordano molto da vicino quelli del successivo Final Fight, allo stesso modo i fondali in alcuni casi sono realmente splendidi, da rivedere per credere quello americano di Mike, ripreso poi in Fatal Fury 2 di SNK e sopratutto quello di Lee, la muraglia cinese del primo SF avrebbe molto da insegnare a quella orrida realizzata per il primo Street Fighter Zero... Il sonoro allo stesso modo si comporta ottimamente, presentando melodie ritmate e incalzanti ed’effetti sonori di sicuro impatto. Altra nota distinitva di questo picchiaduro, e credo di non sbagliare affermando che allora era inedita, la presenza di bonus stage sitemati dopo il superamento di ogni nazione, dove dovevamo eseguire tipiche prove di forza da arti marziali, rompendo tavole di legno, mattoni ecc... per avere punti extra e sopratutto per rilassarsi un'attimo tra un match e l’altro.

Se tecnicamente SF eccelleva non si può dire lo stesso però della giocabilità dove il titolo Capcom era a mio parere parecchio approssimativo. In questo gioco senza mosse speciali non si va avanti parecchio e le mosse speciali si eseguono con rotazioni dello stick direzionale, in pratica bisognava disegnare un ipotetica mezzaluna, le famose mezzelune che ancora oggi vengono usate in ogni picchiaduro che si rispetti, ma che ai tempi erano una novità assoluta. Peccato solo che non bastava semplicmente “disegnare” una mezzaluna con lo stick in SF, ma invece agitare lo stesso come con movimenti "strusciatori" del polso... ai tempi come dimenticarlo, i giocatori più accaniti li riconoscevi dal polso sinistro abraso... non vi era infatti altro modo se non smanettando, di far eseguire a Ryu determiante mosse. Facendo risultare il tutto alla fine fin troppo casuale, nessuna strategia, nessuna possibilità di parere e poi attaccare, in SF dovevi fin da principio cominciare a smanettare e sperare che le special moves riuscissero e che soprattutto andassero a buon fine, tutto qui. Senza dimenticare poi che il gioco è anche particolarmente difficile e che già dalla terza nazione in poi, con Cina e Gran Bretagna avremmo i nostri bei grattacapi, arrivando poi in finale Adon si dimostrerà sotto certi aspetti più ostico dello stesso Sagat, potente ma generalmente più lento. Certo, il tutto ripeto realizzato da dio e ai tempi non c’era altro di meglio in sala, tantè che il coin op Capcom era sempre strapieno e per giocarci bisognava fare la fila... però col senno di poi, non era almeno sotto il profilo della giocabilità una perla di picchiaduro. Da questo punto di vista stupisce ulteriormente il lavoro svolto da Capcom nel confezionare l’immortale secondo episodio, che al contrario del primo, faceva proprio della giocabilità il suo fiore all’occhiello. Eppure ancora oggi, eseguire una fireball o uno shoriuken e vederlo andare a segno dà una certa soddisfazione, il titolo è innegabile ha carisma, ne hanno i suoi personaggi e quello che è venuto dopo il primo SF ormai è leggenda. Oltre all’emulazione tramite MAME altri modi per giocare al primo Street Fighter sono: la splendida conversione per il PC Engine della NEC, le collection Capcom uscite solo di recente per PS2 e PSP e alcune ignobili conversioni per Amiga e PC dell’epoca, sulle quali è meglio stendere un velo pietoso... Alla prossima.

Conclusioni finali
Tanto di cappello al gioco che ha riscritto la storia del picchiaduro a incontri, senza di lui oggi probabilmente non giocheremo alle saghe Namco e SEGA, Virtua Fighter, Soul Calibur e Tekken oltre ai tanti capolavori SNK probabilmente non esisterebbero neanche.

Pro
Grafica e sonoro sono su alti livelli
Ottima l'atmosfera durante gli scontri
Contro
Giocabilità ampiamete rivedibile


Eikichi "Oni" Onizuka

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Grafica 87%
Sonoro 88%
Giocabilità 70%
Longevità 75%
Globale 80%

Sistema Coin Op
Genere Picchiaduro
Sviluppo Capcom
Anno 1987
Giocatori 1/2


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