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Fatal Fury

In tempi assai non sospetti, la SNK pensò di cavalcare l'onda del picchiaduro 2D, generata da quel mostro sacro che, risponde al nome di Street Fighter II. Tempi non sospetti, perchè si parla appena del 1991, quando non era ancora scoppiata appieno la mania, che avrebbe generato infiniti cloni, più o meno riusciti del titolo Capcom. SNK con questo Fatal fury non è chiaro, fino a che punto volesse davvero entrare in collisione con il rivale, l'impressione è che, forse consapevoli della battaglia già persa in partenza, abbiano voluto creare piuttosto, un alternativa, un prodotto si molto simile, ma anche tanto diverso. Il picchiaduro SNK, si discosta in tanti punti dal titolo Capcom, tanto per cominciare i lottatori utilizzabili dal giocatore, sono solamente tre contro gli otto di Ryu e soci. E' inferiore anche il numero complessivo dei combattenti, e la giocabilità è ben aldilà, dal poter essere definita un punto di riferimento. Per capirci, siamo ben lontani dal tecnicismo e dalla precisione maniacale, delle collisioni made in Capcom. I tasti utilizzabili sono solamente tre, pugno, calcio e presa, eppure, eppure SNK, non si sa fino a che punto conscia di quello che, stava generando, avrebbe con questo gioco, gettato le basi per una saga che, ancora oggi a venti anni di distanza, e con in mezzo il fallimento dell'adorata casa madre, rilascia periodicamente almeno un nuovo episodio all'anno. E' innegabile che quei tre combattenti, rispondenti ai nomi di: Terry ed Andy Bogard e del loro compagno di merende, il Thai Boxer Joe Higashi, abbiano fascino e carisma da vendere. Terry Bogard in particolare, chi non ha mai sognato di essere come lui? Biondo, capelli tanto lunghi da dover essere legati da due differenti elastici (anch'io da giovine li portavo così... con tanto di cappellino all'indietro... essì ero un bel personaggio...) cappellino sempre calato in testa, giubbotto bomber, jeans e converse... era troppo un truzzone c'è poco da fare. Eppoi ragazzi, non era mica una fighetta da spiaggia e basta... quando c'era da menare le mani se la cavava eccome, idem il più serioso Andy, più vicino come tipo al Ryu di Capcom, ma che buon per lui, si apprenderà dagli anime, se la faceva con la bellissima e pettoruta Mai Shiranui... di ben altra pasta, lo scanzonatissimo Joe, sempre pronto allo scherzo e allo sberleffo degli avversari. Insomma, divagazioni a parte, questi tre avevano classe da vendere, tre personaggi che non a caso, hanno lasciato un segno nella storia videoludica, accompagnati dai tanti comprimari qui nelle vesti di lottatori non utilizzabili, in alcuni casi, caratterizzati al pari degli stessi protagonisti.

Aperto da una intro assai stilosa, si apprende che tale Geese Howard, indìce un torneo chiamato The King of Fighters (mi ricorda qualcosa...) per decretare il lottatore più forte del pianeta. In realtà dietro al torneo ci sono loschi interessi, tra i quali, assassinare i figli del suo vecchio rivale, già a suo tempo tolto di mezzo, proprio i due fratelli Bogard, a loro volta, chiaramente desiderosi di vendetta. Fatal Fury è stato ai suoi tempi un titolo innovativo, come detto, SNK stando ben attenta a non pestare troppo i calli a una concorrenza, evidentemente ancora troppo coriacea, ha preso quanto di meglio poteva dal rivale, aggiungendo caratteristiche inedite. L'avanzare del tempo tra un round e l'altro, passare ad'esempio dalla mattina, al tramonto e poi alla sera, oppure da una bella giornata di sole, alla pioggia battente, era una cosa mai vista prima. Altra novità, il cambio di prospettiva, che, vedeva i lottatori spostarsi con una zoomata su di un piano diverso dall'avversario, utile per non stare a subire passivamente gli attacchi, e magari prepararsi ad una rapida contromossa, un acerba implementazione di un quasi 3D, comunque ben lontano dall'essere poco più che, un aggiunta interessante e che, sarebbe stato sviluppato adeguatamente solo nei seguiti. La grafica, veramente eccezionale, vede personaggi enormi e coloratissimi, ricchi di dettagli e animazioni, fondali a tratti molto evocativi e musiche davvero sopra la media, tanto che, diverse traccie, continuano con i vari remix, ad essere usate ancora oggi. Decisamente rivedibile è la giocabilità, probabilmente il punto più debole del gioco. Le mosse a disposizione, già non tantissime, sono comunque più che sufficienti, per battere abbastanza facilmente, tutti gli avversari, che, risultano altamente prevedibili e schiavi di pattern d'attacco elementari oltre che ricchi di bachi. Una volta capito il trucchetto, diventa semplice vincere usando sempre quelle due o tre mosse, mentre volendo essere "onesti" (non usando trucchi si intende) alcuni avversari, tra i quali lo stesso boss finale, risultano praticamente invincibili. Altri tocchi di classe vedono, la presenza di un bonus stage che, simula la macchina del braccio di ferro vista nei Luna Park, qui agitando stick e tasti come ossessi, sullo stile dei Track e Field, bisogna battere l'avversasio meccanico, quasi un gioco nel gioco, sicuramente più divertente, del mero distruggimento di macchine o barili di streetfighteriana memoria. Non dimentichiamo poi che, se un avversario umano, avrebbe inserito un gettone durante la nostra partita, prima di affrontarlo uno contro uno, si sarebbe assistito ad uno scontro a due contro la cpu, una cosa mai più vista, almeno in ambito arcade. Insomma, un picchiaduro ricco di tocchi di classe, tanto bello da guardare e da ascoltare, ma che, perde colpi proprio al momento di essere giocato. Tutto questo non gli impedì comunque, di fare fortuna oltre che in sala, anche nelle case degli allora fortunatissimi e privilegiati possessori del sistema NeoGeo AES. Gioco che, ha generato conversioni anche per i 16 bit (Mega Drive e Snes) dell'epoca, macchine dove per capirci, giravano conversioni assai riuscite di Street Fighter II e quindi era, quanto meno assurdo pensare che una conversione, per di più castrata, di un gioco, che già a piena potenza, non poteva reggere l'impatto con il RE, potesse avere una qualche genere di fortuna. Eppure, Fatal Fury vendette tanto, sia in sala che in casa e con le conversioni opera di Takara. Evidentemente il carisma dei personaggi ideati dalla SNK era tale, che i videogiocatori passavano volentieri sopra ai tanti difettucci grandi e piccoli. Il primo Fatal Fury è un gioco assai particolare, una via di mezzo tra un mero esercizio di stile e pura sperimentazione. Io lo considero molto simile al primissimo Street Fighter, anch'esso, affascinante ma ben lontano dalla maestosità del seguito, e anche qui, SNK, proprio con il seguito, Fatal Fury 2, avrebbe mostrato le sue carte migliori e creato un gioco leggendario. Alla prossima.

Conclusioni finali
Questo primo episodio va preso così com'è con tutti i suoi pregi, tanti, e gli stessi difetti, pure tanti, e giocato e goduto per quel che è, e che è stato. Comunque, l'iniziatore di una saga storica, ma cosa più importante, il gioco che ha fatto scendere seriamente in campo, l'unica e vera rivale di Capcom, nel genere dei picchiaduro uno contro uno, almeno fino all'avvento dei poligoni.

Pro
Personaggi carismatici
Splendido accompagnamento sonoro
Contro
Tanti difetti di "gioventù" corretti solo nei seguiti


Eikichi "Oni" Onizuka

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Grafica 85%
Sonoro 92%
Giocabilità 80%
Longevità 80%
Globale 85%



Sistema NEO∙GEO
Genere Picchiaduro
Sviluppo SNK
Anno 1991
Giocatori 1/2


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