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Eternal Champions

L'Eternal Champion è un guerriero immortale che tra i suoi poteri annovera anche la capacità di ridare la vita. Un fortunato prescelto, tra i nove candidati selezionati, dovrà lottare per dimostrarsi meritevole di tale dono. Veramente affascinante il plot di questo gioco, una volta tanto un picchiaduro che non fà in nessun modo il verso all'arcinoto Street Fighter II, ma che anzi ne prende le distanze su quasi tutti i fronti, avendo come unico filo conduttore il solo torneo di lotta che riunisce tutti i contendenti. Ma qui in palio non c'è la gloria o un premio in denaro, bensì la vita. Tutti i partecipanti al torneo sono difatti legati dallo stesso tragico destino, sono stati tutti, sebbene in epoche storiche differenti, barbaramente assassinati..., in alcuni casi addirittura traditi da persone che credevano amiche e per le ragioni più svariate, denaro, invidia, vendetta... eliminati. Quindi il desiderio comune a tutti è per cominciare, di riprendersi la vita tolta loro prematuramente, ma l'organizzatore del torneo, l'Eternal Champion, ha in serbo per il vincitore ben altro, motivo fondante della competizione è infatti trovare un guerriero capace di salvare il destino del pianeta, altrimenti messo in serio pericolo... Come dicevo trama affascinante, ancor di più lo sono le biografie dei vari lottatori, per altro tutte consultabili all'interno del gioco stesso, complete anche di una breve descrizione dell'arte marziale praticata. Si farebbe notte descrivendole una per una, ma sarebbe comunque un peccato non ricordarne qualcuna tra le più interessanti, come la storia di Slash (il cavernicolo del 50.000 A.C.) che vede un uomo ritenuto fin troppo intelligente dal suo clan tanto da crederlo un pericolo per la comunità e decidendo quindi di ucciderlo... oppure Jonathan Blade (il poliziotto e cacciatore di taglie del 2030 D.C.) vittima della corruzione dei suoi stessi colleghi, o il gladiatore Atlantideo Trydent, vissuto nel 110 A.C. e scelto dai suoi simili per lottare nel colosseo contro i romani per il dominio della terra... o Midknight, (1967 D.C.) brillante biochimico assoldato dalla CIA per creare un virus da usare nella guerra del Vietnam, al suo rifiuto, dettato dall'impossibilità di non fare vittime anche tra i civili, viene costretto alla fuga e per un incidente esposto allo stesso virus da lui creato... diventato un vampiro vaga per decenni alla ricerca di un'antidoto fino a quando viene eliminato... senza dimenticare la bella Shadow, una delle due uniche donzelle del gruppo, assassina professionista e unico partecipante al torneo vissuto ai giorni nostri (almeno i giorni nostri dell'epoca dato che si parla del 1993) che rifiutandosi di eliminare il suo ennesimo obbiettivo viene ritenuta dal suo gruppo un nemico e quindi un'ostacolo da eliminare... ma ne abbiamo davvero per tutti i gusti tra spericolate circensi, alchimisti del sedicesimo secolo, ganster e kickboxer cyborg, che completano un parter di nove contendenti davvero originali.

Cartuccione da ben 24 megabit, Eternal Champions entrava nel 1993 nelle case dei possessori di un Mega Drive, per colmare l'assenza ingiustuificata e la relativa fame di picchiaduro di un certo spessore, di cui in effetti l'utenza SEGA sentiva maledettamente il bisogno. Ancora orfano di un porting del DIO dei picchiaduro (leggasi SFII) assenza che comunque sarebbe stata compensata di li a poco con l'arrivo della scintillante Champion Edition... l'arrivo di Eternal Champions sul 16Bit SEGA, venne all'epoca salutato con un certo entusiasmo da utenti e addetti ai lavori, tra le altre cose il picchiaduro qui descritto, era se non ricordo male, il primo a utilizzare il nuovo pad a sei tasti appositamente creato da SEGA per gustare appieno dei fighting game di nuova generazione. Abbastanza impressionante sotto il profilo grafico, Eternal Champions non peccava di certo nell'aspetto meramente estetico, ma anzi impressionava il giocatore con sprite enormi e ottimamente animati e fondali coloratissimi ed'evocativi. Piuttosto classico l'approccio richiesto da questo picchiaduro, vedeva lottatori dotati ognuno di una particolare tecnica marziale e l'uso della stessa era affidata ai sei differenti bottoni del pad, tre per le braccia e tre per le gambe, dal colpo veloce e poco potente a quello lento ma devastante, il classico schema alla SF insomma, ma le similitudini con il blockbuster Capcom finiscono davvero qui, dato che EC tanto per cominciare non permette l'uso esagerato di special moves, ma anzi come visto in altri titoli simili (Art of Fighting ad'esempio) ne limita fortemente l'utilizzo, qui tramite un Tao che diviso in spicchi, dopo ogni special va esaurendosi e porta il giocatore in caso di Tao vuoto, all'impossibilità di utilizzare tecniche speciali, energia che comunque combattendo si rigenera e allo stesso modo è data la possibilità tramite sbeffeggio, di esaurire prematuramente il potere mistico dell'avversario. Altra caratteristica inedita di questo picchiaduro, sono le cosidette "overkill" ovvero le mosse conclusive per distruggere definitivamente l'avversario, anche se di mosse vere e proprie non si può parlare dato che non bisogna effettuare nessuna sequenza particolare alla Mortal Kombat, per capirci, ma semplicemente fare in modo che l'avversario subendo l'ultimo colpo, cada in una determinata zona dello stage, e fatto questo partirà la relativa sequenza, spesso molto sanguinolenta, il povero Larcen (il gangster) ad'esempio viene preso a colpi di mitra, Slash, letteralmente divorato da un Tirannosaurus Rex... Trydent tirato sott'acqua da alcuni tentacoli e divorato, con una spettacolare pozza di sangue che affiora a pelo d'acqua... sequenze quasi tutte particolarmente divertenti e complici del relativo aumento della longevità della cartuccia, già notevole di per se, data la particolare difficoltà del gioco.

Difficoltà già, il picchiaduro qui esaminato è davvero tra i più difficili da terminare che abbia mai affrontato. Tanto per cominciare non esiste un livello di difficoltà selezionabile ma solo quello di default, settato sul bastardo tanto per cambiare... e poi una volta sconfitti non si torna semplicemente ad'affrontare chi vi ha battuto, ma venite catapultati di due match indietro... se a questo aggiungiamo un boss finale che muta per tre volte prima di darsi per vinto, è che in caso di vostra sconfitta non acceta rematch ma vi fa partire il bad ending, è facile comprendere quanto duro possa essere portarlo a termine. Come se l'alta difficoltà non bastesse, in un tentativo di aumentare ulteriormente una longevità già notevole, nel gioco sono state inserite diverse modalità accessorie allo story mode prima descritto, una modalità di pratica divisa in ben tre varianti, una battle room dove affrontarsi in mezzo a raggi laser, lame rotanti ecc... e un opzione torneo adatta al gioco in gruppo, opzioni ora all'ordine del giorno, ma all'epoca decisamente rare. Difficoltà a parte il gioco è sicuramente meritevole di qualche sacrificio, la confezione generale del titolo a opera di SEGA è superlativa, sia la grafica che il sonoro sono su altissimi livelli, il sonoro in particolare, di cui non si era ancora parlato è realmente splendido. Ogni stage possiede una traccia specificatamente orchestrata per descrivere l'ambiente in cui ci muoviamo, e unito al magnifico design dei fondali, rende l'atmosfera di ogni round altamente evocativa. L'unico neo di questo picchiaduro è a mio avviso nella giocabilità alquanto discutibile, il gioco è opera di un reparto americano di SEGA e il differente approccio al picchiaduro dei programmatori statunitensi, rispetto ai classici titoli nipponici ai quali eravamo abituati, non stenta a farsi notare. E' innegabile che il gioco abbia carisma, i tocchi di classe sono molteplici e diverse idee geniali, ma il gioco perde qualche punto proprio al momento di essere effettivamente giocato. Forse un titolo più bello da guardare che da giocare, in ogni caso un mirabile esperimento di una SEGA che di li a poco si sarebbe dedicata al solo picchiaduro in tre dimensioni, creando un certo Virtua Fighter, ma questa è un altra storia... Alla prossima.

Conclusioni finali
Cartuccia reperibilissima e a prezzi abbordabili questo Eternal Champions, un titolo passato ingiustamente nel dimenticatoio e decisamente da recuperare. Nel 1995 ha avuto anche un seguito sviluppato in esclusiva per lo sfortunato MegaCD, Eternal Champions "Challenge from the Dark Side" altro picchiaduro di discretissima fattura che aggiungeva più personaggi e diverse features, tra cui parecchi modi in più di finire l'avversario.

Pro
Tecnicamente ineccepibile
Grande atmosfera durante gli scontri
Contro
Cpu bastarda
Giocabilità rivedibile


Eikichi "Oni" Onizuka

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Grafica 95%
Sonoro 95%
Giocabilità 80%
Longevità 90%
Globale 90%



Sistema Mega Drive
Genere Picchiaduro
Sviluppo SEGA
Anno 1993
Giocatori 1/2


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