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Dragonninja

Sempre per mano dell'attivissima (ai tempi) Data East ci arriva questo bel giochetto zeppo di ninja, gli incappucciati assassini orientali tanto amati da cinema e televisione verso la fine degli anni '80. Uscito quasi in contemporanea all'altro hit da salagiochi, quel Robocop sempre di Data East recensito qualche mese addietro dal sottoscritto, questo Dragonninja (Bad Dudes vs Dragonninja in occidente) ne condivide la medesima struttura di gioco essendo un picchiaduro a scorrimento laterale ma senza l'ausilio della profondità. Stessa struttura e stesso successo è bene ricordare, dato che anche questo picchiaduro ninjaiolo ai suoi tempi è stato un successone e com'è normale in questi casi ha goduto di innumerevoli trasposizioni casalinghe, a loro volta, più o meno riuscite... Molto simile, se non altro per le ambientazioni, al famosissimo Shinobi di SEGA (1987) Dragonninja ne prende comunque ampiamente le distanze essendo quasi la versione grezza di quest'ultimo, dato che qui non abbiamo ne piattaforme da saltare ne bambine da cercare e salvare, ma ci viene chiesto unicamente di procedere in avanti e menare rudemente le mani, talvolta armate di micidiali nunchaku e pugnali, provvidenziali data la mole di avversari che ci pioveranno addosso fin dalle primissime battute.

Altra differenza con il titolo SEGA sopracitato, sta nel fatto che qui i ninja sono i "cattivi" della situazione e non i protagonisti, l'eroe chiamato in causa per liberare il presidente Ronny (Regan pare...) è il classico bullo da strada alla Double Dragon, capace di tirare dei grossi cartoni e qualche calcio volante ma completamente all'asciutto dell'arte del ninjitsu, "armato" per così dire, di canotta, tuta, scarpe da ginnastica Converse e guantini modello ciclista per non farsi troppo male a tirare pugni... e il Dragonninja è appunto il cattivone mascherato che ci aspetta alla fine del gioco a bordo del suo elicottero. Quasi un tie-in questo videogame, dato che trama e situazioni, oltre che la caretterizzazione del protagonista sembrano ispirate al b movie American Ninja (Guerriero Americano in Italia) la pellicola del 1985 con protagonista Micheal Dudikoff, che riscosse tanto successo verso la fine degli anni '80, da produrne ben quattro seguiti... film che consiglio di recuperare se non altro per farsi due risate. Venendo al gioco (e sarebbe pure ora...) come detto ci troviamo di fronte un picchiaduro a scorrimento, che ci vedrà districarci tra una miriade di ninja per liberare il presidente degli Stati Uniti dalle grinfie del malefico Dragonninja, e credetemi, miriade non è un vocabolo usato a caso... tra città, foreste, fogne, senza dimenticare delle belle sezioni dove avanzeremo sopra autotreni e treni merci, per un totale di sette livelli, di nemici ne troveremo davvero tanti e di tutte le foggie, tra ninja di diverso colore per identificarne la pericolosità, dove i blu sono quelli meno capaci, i grigi lanciano armi, i rossi una volta abbattuti rilasciano importanti oggetti a terra, come armi e ricariche di energia, donne guerriere, samurai e fin'anche cani... c'è ne davvero per tutti i gusti. Non mancano naturalmente i boss alla fine di ogni livello e bisogna dire che sono tutti molto ben realizzati e affascinanti, oltre che durissimi da abbattere, meritevole di menzione è il primo boss, vera e propria guest star dato che altri non è che una vecchia conoscenza della Data East, quel Karnov già protagonista di un gioco tutto suo e di altre comparsate come nel picchiaduro Karnov's Revenge, tutti gli altri comunque non sono da meno in quanto a caratterizzazione, dal ninja bassetto e armato di artigli molto somigliante al Geki del primo Street Fighter, fino a quelli armati di arpioni, ai maestri ninja come il boss delle fogne capace di sdoppiarsi, o di semplice forza bruta come il punk in armatura nella foresta, come detto ne abbiamo per tutti i gusti.
La giocabilità è affidata allo stick e a soli due pulsanti, pugno e salto, ma le combinazioni possibili sono davvero tantissime e vanno da pugni e calci alti o bassi, calci volanti, calci a mulinello (alla Ryu/Ken per capirci) e addirittura a pugni infuocati, un cartone ultra potente che si ottiene tenendo in carica per qualche istante. Ma come detto i migliori risultati li otterremo quando saremo armati, molto meglio il nunchaku del pugnale in questo caso, dato che è capace di colpire da lontano e diviene quindi utilisssimo contro i boss. Grafica e sonoro sono su livelli più che discreti, sicuramente nello standard del periodo, laddove la grafica risulta piacevole alla vista ancora ai giorni nostri, il sonoro dal canto suo se la batte con motivi orecchiabili e incalzanti al tempo stesso, e con fx discreti, da ricordare le digitalizzazioni vocali come l'i'am bad esclamato dal protagonista alla fine di ogni stage o la frase in giapponese del ninja verde al momento di sdoppiarsi. Quasi dimenticavo di ricordare che è possibile affrontare il gioco in due e quest'ultima possibilità risulta fondamentale per avanzare nei livelli, data la difficoltà allucinante di questo titolo che dal terzo stage in poi ci ricorda come sapevano essere bastardi i coin op negli anni '80... Terminando non posso che consigliare questo titolo ad'ogni amante degli arcade vecchio stile, anche se questi ultimi di sicuro conosceranno già bene Dragonninja... e a tutti i neofiti che si stanno avvicinando al mondo del retrogame grazie alle console di ultima generazione, non so di sicuro se questo titolo sia o meno disponibile nel catalogo online dei vari 360, PS3 o Wii, ma in caso contrario lo sarà presto e di sicuro varrà la pena farci una partita. Poi resta sempre il mitico mame, questo è chiaro... grazie ai suoi crediti infiniti terminarlo è stato meno arduo del previsto. Personalmente adoro questo videogioco, era una tappa fissa nei malfamati baretti sia prima che dopo la scuola... Alla prossima.

Note: La versione nipponica, Dragonninja appunto, si segnala per una sequenza finale migliore e più completa che presenta uno per uno tutti i cattivi del gioco, dal ninja blu al boss finale, oltre ad'avere un livello di difficoltà leggermente più basso della versione occidentale, Bad Dudes vs...

Conclusioni finali
Tipico arcade anni '80 difficilissimo e piuttosto breve, terminarlo in sala era quasi impossibile se non inserendo caterve di gettoni... in emulazione grazie alla possibilità di ricominciare esattamente dal punto in cui siamo morti le cose si fanno molto meno ardue e lo si termina in una mezzoretta. Non certo un capolavoro sia chiaro, ma uno dei migliori esponenti nel suo genere, sarà anche più rozzo di uno Shinobi ma diverte allo stesso modo, ve lo assicuro.

Pro
Grafica e sonoro su buonissimi standard
Divertente e adrenalinico anche in due
Contro
Magari troppo breve
A tratti frustrante


Eikichi "Oni" Onizuka

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Grafica 85%
Sonoro 85%
Giocabilità 85%
Longevità 80%
Globale 84%



Sistema Coin Op
Genere Picchiaduro a scorrimento orizzontale
Sviluppo Data East
Anno 1988
Giocatori 1/2


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